domenica 7 aprile 2013

A zig e zag su Punta Manara

In una bella giornata primaverile con mia madre decidiamo di andare a fare una camminata a Punta Manara. I primi mesi primaverili sono sicuramente i più indicati per percorrere questo tipo di sentieri nella macchia mediterranea, infatti è proprio ad inizio primavera che la flora è nel massimo del suo splendore e si possono osservare le fioriture più belle. Nello specifico, il promontorio di Punta Manara ha una flora estremamente varia che non ha niente da invidiare al più famoso Promontorio di Portofino. Come itinerario, dato che abbiamo tutta la giornata a disposizione non ci accontenteremo della classica passeggiata da Sestri Levante alla punta del Promontorio ma, sfruttando i sentieri tenuti puliti dai rocciatori, scenderemo sino a mare. 

L'itinerario che abbiamo percorso parte proprio dal centro storico di Sestri Levante (Vico del Bottone). Dal centro di Sestri, seguendo sempre le indicazioni per Punta Manara, si sale prima per crose, poi per sentiero sino al Bivacco Manara. Qui si fa una brevissima deviazione e tramite una ripida scalinata si giunge in cima al promontorio. Tornati al bivacco si prosegue per Riva Trigoso e Ginestra. Scesi all'abitato di Ginestra e percorso un breve tratto di strada asfaltata tra le case si imbocca il sentiero che scende a Riva Trigoso. Ad un bivio tra i campi si abbandona la discesa su Riva e si segue il sentiero che torna verso Punta Manara (indicazioni per le falesie di arrampica). Il sentiero taglia a mezzacosta con vari sali e scendi il versante est del promontorio per poi scendere a capicollo sugli scogli del punto estremo di punta Manara. Per il rientro noi abbiamo seguito lo stesso itinerario dell'andata. 

Arisarum Vulgare con sullo sfondo Sestri Levante

Una bellissima casetta che si incontra salendo da Sestri verso Punta Manara

Un tratto di sentiero tra gli ulivi

Una quercia da sughero, rarissime in liguria, resti di antiche coltivazioni
Punto panoramico sul promontorio di Sestri Levante

Serapias Cordigera
Frutteto sopra i cantieri navali di Riva Trigoso

Serapias Cordigera a lato del sentiero
Scendendo a mare tra le euforbie arboree

Massi sulla scogliera di Punta Manara

Gli scogli di Punta Manara
Euforbia arborea

I resti della torre saracena di Punta Manara

Tramonto nella macchia mediterranea

Tramonto verso il Golfo del Tigullio








domenica 3 marzo 2013

Costa Chiggia dalla parrocchiale di Marmora

Con gli amici di Quotazero era da un po' che pensavamo di andare a fare una gita semplice con le racchette in Alpi. Tra le diverse alternative che avevamo alla fine abbiamo deciso di provare a salire sulla Costa Chiggia, un'elevazione sul lato destro orografico della Val Maira tra il Vallone di Marmora e la Valle dell'Intersile. La scelta è risultata a me particolarmente gradita perché da tempo avevo la curiosità di visitare il piccolo nucleo di Marmora e la sua parrocchiale.  

L'itinerario parte dalla parrocchiale di Marmora. Subito dietro la chiesa si comincia a salire abbastanza ripidamente su un pendio che si tiene a lato del lariceto sino ad incrociare, in prossimità di Grange Cross, la strada del Colle Intersile Sud. Qui, mantenendosi a sinistra del Grange, si risale il pendio che si addentra nel bosco di larici. Raggiunta la chiesetta di San Teodoro, il percorso spiana notevolmente e, svoltando a sinistra, ci si immette su una sterrata che si segue sino a raggiungere un grange. Da qui si ricomincia a salire il pendio puntando il colletto che divide la Costa Chiggia dal Monte Buch. Raggiunto il colletto, si prosegue per larga cresta sino alla vetta della Costa Chiggia. Per il ritorno si continua a percorrere il largo crinale sino ad un'evidente insellatura dove si comincia a scendere il dolce pendio. Oltrepassato il Grange Ciarme, si continua a scendere mantenendosi ai margini del bosco sino a raggiungere la strada che sale al Colle Intersile Sud. Ci si mantiene sulla strada sino ad arrivare in vista del Grange Cross da dove ci si ricongiunge con il percorso dell'andata che si ripercorre sino a ritornare alle macchine.


La Parrocchiale di Marmora

Tracce di scialpinisti scendono verso la parrocchiale

La Cappella di San Teodoro

In marcia nel lariceto ai piedi della Costa Chiggia

In prossimità dell'ultimo grange prima della rampa che conduce al colle tra il Monte Buch e la Costa Chiggia

Risalendo il pendio innevato
Aldo e Gromit


Il Monviso si eleva dietro il vicino Monte Buch

Monte Tibert, Tempesta e Piovosa.

Sentieri invernali

Solitario tra dune di neve

Cima la Bianca domina la Valle di Canosio

La Parrocchiale di Marmora con il Chersogno alle spalle

sabato 2 marzo 2013

Monte Facciabella da Mandriou

In settimana Stelvio, uno dei più attivi del gruppo dei Camosci del CAI Ligure, mi aveva contattato per propormi di partecipare alla gita al Monte Facciabella, in Val d'Ayas. Devo confessare che prima di allora non avevo mai sentito nominare questo monte, ma fiducioso nella conoscenza di Stelvio, accetto la proposta senza indugi. 
Il Monte Facciabella è l'ultima elevazione importante della cresta che dal Bec di Nana scende verso Ayas. In inverno con le racchette è una gita dai panorami stupendi, di grande soddisfazione e relativamente sicura. Noi abbiamo seguito il seguente itinerario.

Dall'abitato di Mandriou si imbocca il sentiero 3A sino all'ampio pianoro dell'Alpe Melzan da dove si compie un lungo traverso verso la chiesetta dell'Alpe di Vascoccia (a mio avviso unico punto un po' critico sia per pericolo valanghe, sia perchè con le ciaspole i traversi non sono mai piacevoli). Dalla chiesetta si risale l'ampio vallone che porta al Colle di Vascoccia. Dal Colle si continua per cresta sino alla cima del Facciabella. Gli ultimi 50 metri di cresta prima della cima sono abbastanza affilati. Al ritorno, giunti all'Alpe di Vascoccia, si può decidere di proseguire in direzione delle piste per poi scendere per facili pendii seguendo le tracce dei fuori pista sino a Mandriou.

Un po' di Genova in Val d'Ayas

Gli alpeggi di Melzan con alle spalle lo Zerbion 

Croce all'Alpe di Vascoccia

In cammino oltre l'Alpe di Vascoccia
Risalendo il Vallone di Vascoccia

Osservando il massiccio del Rosa dal Colle di Vascoccia


Proseguendo verso il Facciabella

Un balcone sul Rosa

La panoramica cresta che porta al Facciabella

Camminando al cospetto del Rosa

Il Bec di Nana alle spalle

La Cima del Facciabella con Punta Gnifetti sullo sfondo

In vetta al Facciabella

Sul filo di cresta

Gli alpeggi di Vascozza

Mandriou e il Testa Grigia




sabato 9 febbraio 2013

Prove di alpinismo invernale: Il Canale delle Colme

Insieme agli amici Simona e Paolo, decidiamo di approfittare del ritorno del grande freddo invernale e dell'innevamento non eccessivo  per provare a fare un semplice percorso alpinistico in Alpi Liguri. Optiamo per la salita della Cima delle Colme per il Canale Sud. La Cima delle Colme è la massima elevazione dell'altipiano carsico che sovrasta con i suoi bastioni il paesino di Viozene. L'itinerario si svolge tra imponenti pinnacoli e torrioni, in ambiente severo e dal sapore di alta montagna, ma con vista mare!
La relazione del percorso è ottimamente descritta nel sito Gambeinspalla

La Rocca Garba tra i rami di un pino mugo.

Risalendo i pendi sopra Pian Rosso al cospetto della Rocca Garba.

L'avvicinamento al canale passano ai piedi del Cimonasso.

L'uscita del Canale Sud delle Colme.

La Cima delle Saline dalla Cima delle Colme.

L'Altipiano delle Colme, sullo sfondo il Mongioie.

Verso il Monviso.

La neve modellata dal vento e i monti sopra Monesi.

Vento, sole e neve.

Scendendo dal Bocchino delle Scaglie.